Quando si apportano modifiche ai beni culturali in Italia è obbligatorio per legge segnalare alla Soprintendenza di competenza il tipo di lavoro che si vuole eseguire.
Questo vale per i beni immobili e archeologici, ma anche per i beni mobili.
Tuttavia, mentre per i beni immobili c’è un elenco dettagliato dei beni vincolati che potete consultare facilmente online (link), per i beni mobili (quadri, statue, mobili d’epoca, etc) non c’è un elenco così preciso e dettagliato.
Per cui cosa è necessario fare?
Restauro e Soprintendenza: la procedura
Quando restauriamo un quadro la procedura è abbastanza semplice, tuttavia richiede il reperimento di un’accurata documentazione. Questo lavoro è svolto dal restauratore professionista che si occupa di restaurare il vostro bene artistico.
Per vostra conoscenza questi sono a grandi linee i documenti che il restauratore deve fornire.
- Relazione storico-artistica del manufatto. Il restauratore deve fare delle ricerche sulla storia del quadro/oggetto artistico che deve restaurare. Deve trovare se ci sono riferimenti dell’autore nella bibliografia e/o negli archivi. Si tratta di un lavoro di ricerca che è obbligatorio svolgere prima di effettuare qualsiasi tipo di lavoro di restauro. Nel preventivo che vi fa il restauratore sono comprese anche queste ore che svolge non di lavoro diretto sul bene, ma “dietro le quinte”.
- Compilazione della scheda Tecnica di Rilevamento delle Condizioni Conservative. E’ una relazione tecnica che fa il restauratore per stabilire lo stato di conservazione dell’oggetto. In alcuni casi (soprattutto per i restauri più importanti), il restauratore utilizza anche strumenti tecnici per certificare al meglio lo stato del quadro (come i raggi UV o i raggi X). Sono tecniche molto utili anche nel caso il restauratore ha il sospetto che ci siano state ridipinture e vuole riportare il quadro allo stato originale.
- Premessa al Restauro. Il restauratore scrive quali sono gli obiettivi del restauro. Per esempio: si vuole solo pulire il quadro dagli strati di sporco che si sono depositati nei decenni, oppure si vuole rimuovere completamente una ridipintura. La soprintendenza può dare l’autorizzazione a procedere, oppure in qualche caso può ritenere l’intervento troppo invasivo e fermarlo, o chiedere ulteriori approfondimenti prima di procedere.
- Documenti Allegati. Tutti i risultati delle indagini bibliografiche, e strumentali devono essere allegati. Inoltre il restauratore deve fare tutte le foto dettagliate al quadro e allegarle. Abbiamo detto in un altro articolo che può essere utile se il proprietario di un quadro scatta periodicamente delle foto ai propri quadri, quelle foto posso servire in questa fare per essere inviate alla soprintendenza.
- Progetto dell’intervento. Durante tutte le fasi il restauratore deve documentare i lavori fatti scattando foto e scrivendo tutti gli interventi che vengono fatti.
E’ necessario seguire questa procedura per tutti gli interventi?
Tendenzialmente sì, anche se ci sono alcune eccezioni.
Alcuni beni non sono ritenuti di interesse artistico, per cui se si fa restaurare un bene di questo tipo non è necessario chiedere l’autorizzazione alla soprintendenza.
Purtroppo, però c’è un problema. Per i beni mobili non c’è un elenco ben definito dei beni tutelati, anche perché le Soprintendenze non sono a conoscenza dell’intero patrimonio artistico mobiliare presente in Italia. Parliamo di centinaia di migliaia di oggetti artistici, molti dei quali sono dimenticati in qualche soffitta.
Come regola generale si identifica come bene mobile di interesse artistico un oggetto che ha più di 50 anni e il cui autore/artista non sia più in vita.
Diciamo che se parliamo di tele ad olio di qualche secolo fa, è certo che questi beni necessitino della comunicazione alla Soprintendenza prima di eseguire un intervento. Mentre se parliamo di oggetti più recenti non è sempre chiaro se la comunicazione sia obbligatoria, anche perché per molti quadri è difficile identificare l’autore e dare una datazione precisa.
In questi casi, sarà il restauratore a decidere e a prendersi la responsabilità se è necessario comunicare o meno alla Soprintendenza il restauro.
Andrea, Restauro24