La storia del restauro è lunga: sono scritti libri anche solo per analizzare brevi periodi di una decina d’anni.
In questo articolo vogliamo dare ai non addetti ai lavori degli spunti per capire come si è evoluto il concetto di restauro nel corso dei secoli.
Se il tema vi appassiona, sappiate che troverete tantissimo materiale per approfondire. Iniziamo.
Il Restauro nell’Antichità
Dai tempi più antichi l’uomo ha dovuto confrontarsi con il problema del deperimento dei materiali, inclusi quelli in cui sono stati creati oggetti artistici.
Non ci sono dubbi che civiltà molto sofisticate come l’Antico Egitto avessero già la concezione di restaurare oggetti artistici; tuttavia, non ci sono pervenute informazioni a riguardo.
Le prime testimonianze scritte sul restauro che abbiamo oggi arrivano dall’Antica Grecia e, poco dopo, dall’Antica Roma.
Troviamo scritti in cui artisti e autorità pubbliche espongono quali materiali sono più duraturi nel tempo, oppure quali tecniche artistiche utilizzare per avere un minore degrado, troviamo anche documenti pubblici in cui si prescrive che ogni anno si dovessero ridipingere le statue che perdevano il loro colore, etc
Due però sono i concetti di restauro dell’antichità che riteniamo più interessanti (e molto diversi rispetto ad oggi):
La creazione di copie
Al fine di evitare che le opere d’arte più belle potessero perdersi, i romani creavano delle copie degli oggetti artistici ritenuti meritevoli. Oggi sappiamo che molte statue romane in marmo sono copie di statue greche in bronzo. Il concetto di “originalità dell’opera” era diverso da come lo intendiamo oggi e le copie avevano una dignità pari all’originale (anche se ci sono dibattiti aperti su questo tema).
L’abbellimento di opere passate
Spesso gli oggetti artistici venivano modificati nel corso del tempo per abbellirli e renderli in linea con il gusto artistico del momento. Questo è particolarmente evidente in campo architettonico: i romani spesso demolivano strutture antiche per costruirne di nuove più grandi e sontuose. Non c’era, come oggi, l’idea di preservare oggetti antichi del passato.
Il Restauro nel Rinascimento
Come sappiamo il Medioevo è un periodo molto lungo (mille anni), l’idea di restauro variava molto da un’area all’altra del mondo, però tendenzialmente rimase l’idea di modificare e riadattare le opere d’arte.
Molti edifici di epoca classica vennero riconvertiti a nuovi usi civili e militari.

Nel corso del Medioevo e Rinascimento venne riconvertito in castello-fortezza urbana al servizio del papato.
Solo nel Rinascimento iniziò a comparire in Italia l’idea che le opere d’arte del passato dovessero essere preservate.
In quell’epoca, in particolare, cominciò a diffondersi l’idea di dover proteggere e recuperare gli oggetti e gli edifici di epoca romana (che per secoli erano stati distrutti, così come le statue, per ricavare materiali da costruzione).
Si cominciò a diffondere un’idea di restauro più moderno: le opere artistiche dovevano essere preservate e non distrutte.
Attenzione: non distrutte, però l’idea diffusa era di riutilizzarle e riadattarle per i gusti del momento.
Così troviamo antichi capitelli romani inglobati in chiese cattoliche moderne.
Edifici classici riadattati per nuove esigenze.
L’idea di mantenere le opere d’arte così come erano state concepite dall’artista arriverà solo qualche secolo più tardi in un’epoca più recente.

L’esempio più celebre è la demolizione del Settizonio che sorgeva tra il Colossero e il Circo Massimo. L’imponente costruzione (era lungo quasi 100 metri) venne completamente demolita nel 1588 per ordine del papa Sisto V al fine di ricavarne materiali da costruzione.
Nasce la figura del restauratore professionista
Fino a inizio Ottocento, rimase l’idea che le opere d’arte potessero essere modificate e riadattate al gusto e alle esigenze moderne.
Nel Settecento cominciarono a nascere delle botteghe specializzate nel restauro di dipinti; tuttavia, nella maggior parte dei casi i quadri erano affidati ad artisti per la riparazione-manutenzione, ai quali era (spesso) richiesto di ridipingere anche alcune parti del quadro.
Per esempio, venivano ridipinti gli abiti dei personaggi secondo lo stile di moda dall’epoca. Oppure si poteva decidere di cambiare il colore dello sfondo per averlo più in linea con il colore della stanza che si voleva arredare. Non erano rari nemmeno i casi in cui alcune tele venivano ritagliate per essere rimpicciolite, o per essere divise in più parti.
Insomma, da un lato stava nascendo la figura del restauratore, dall’altro il concetto di restauro era diverso rispetto ad oggi.
Il Restauro Moderno
A fine Ottocento comincia a diffondersi l’idea che il restauro dovesse limitarsi alla manutenzione dell’opera, senza alterarne l’originalità.
In campo pittorico si iniziò a condannare le ridipinture e anzi alcuni restauratori iniziarono a cancellare le ridipinture dei secoli precedenti per riportare le opere così com’erano state create dall’artista.
C’è di più, si faceva strada l’idea che gli interventi di restauro non dovessero essere “mimetizzati” tali da renderli indistinguibili dall’originale, ma anzi qualsiasi intervento di restauro doveva essere ben visibile in modo che gli studiosi d’arte potessero facilmente distinguere le parti originali dalle parti restaurate.
Infine, si riteneva che gli interventi di restauro dovessero sempre essere retroattivi, in modo da poter rimuovere in qualsiasi momento qualsiasi aggiunta fatta dal restauratore.
A fronte di questa scuola di pensiero che si diffondeva sempre più, c’era anche un’altra scuola di pensiero in contrapposizione.
Si riteneva che il restauratore dovesse riportare l’opera d’arte allo stato originale “come nuova”. Per cui tutte le parti danneggiate andavano ricostruite, ridipinte utilizzando gli stessi materiali utilizzati dall’artista per rendere indistinguibile il restauro e far tornare l’opera “perfetta”.

I restauratori sono intervenuti sulle parti esistenti, ma non hanno ripristinato le aree dell’affresco in cui l’intonaco si è staccato e perduto per sempre (foto)
Il Restauro Oggi
Ancora oggi il dibattito è aperto.
In Italia la corrente di pensiero più diffusa è la prima. Ossia il restauro è inteso come un intervento di manutenzione e viene limitata al minimo qualsiasi attività di ricostruzione/integrazione.
Inoltre, tutti gli interventi di restauro sono ben distinguibili.
In altre parti del mondo la linea della ricostruzione e ripristino va per la maggiore.
I restauratori ripristinano le parti delle opere d’arte che sono state danneggiate. Si va dal ridipingere parti di tele danneggiate al ricostruire interi edifici che sono stati demoliti secoli prima.
Conclusione
Speriamo di avervi dato con questo breve articolo un’idea di come si è evoluto il concetto di restauro nel corso dei secoli.
Se vorrete approfondire ci sono molti libri sul tema, inoltre vorremmo scrivere qualche articolo più dettagliato su questo blog su alcune fasi del restauro e su alcuni personaggi storici che hanno influenzato di più questa disciplina.
Andrea, Restauro24