Tutti gli immobili storici hanno subito delle modifiche nel corso dei secoli. Per gli edifici più importanti, come grandi castelli o residenze di particolare pregio, abbiamo testimonianze scritte delle modifiche che si sono succedute negli anni. Per gli immobili di minor rilievo (che sono la stragrande maggioranza), invece, è difficile ricostruire la storia anche solo di un secolo prima. L’indagine stratigrafica è un’analisi che viene fatta per ricostruire la storia di un edificio, cercando di capire quali modifiche sono state fatte e in quale epoca.
In Italia la maggior parte delle case nel centro storico delle nostre città ha almeno 200 anni. Nel corso degli anni sono stati rivisti gli spazi interni, sono state create nuove finestre. In molti casi, inoltre, gli edifici sono stati ampliati in altezza, aggiungendo uno o due piani al nucleo originario.
Noi di Restauro24 siamo un’associazione di restauratori e di tecnici del restauro. Qualora foste interessati al servizio di manutenzione, restauro di opere d’arte oppure di semplici informazioni, potete contattarci all’interno di questo sito.
L’Indagine Stratigrafica: facciamo chiarezza
La stratigrafia non è un’indagine che viene effettuata solamente nel mondo del restauro, ma è utile in diverse discipline. Il concetto di base è che nel tempo si formano vari strati di materiale. Analizzando ciascuno strato è possibile ricostruire la storia dell’oggetto studiato.
Facciamo alcuni esempi:
- I geologi studiano gli strati di terra per capire in che anni si sono formate le varie sedimentazioni.
- Gli archeologi studiano i materiali che si sono depositati nell’area degli scavi per capire in che data si sono verificati certi eventi storici. Per esempio, se trovano cenere deducono che si è verificato un incendio e riesco a identificare l’epoca in cui si è verificato.
- Gli architetti specializzati nello studio e nel recupero di immobili storici studiano gli strati degli edifici per capire quando sono state eseguite delle modifiche a un edificio e a quando risalgono.
L’argomento che interessa a noi di Restauro24, è che anche i restauratori usano questa tecnica. Scopriamo perché.
L’Indagine Stratigrafica nel Restauro
Nel restauro la stratigrafia è utilizzata molto di frequente per un motivo ben preciso. In passato quando si facevano dei lavori non si cancellava il lavoro, ma semplicemente lo si copriva con un nuovo strato.
Il caso più comune è quello degli affreschi: quando un affresco o una decorazione non piaceva più, si copriva con un nuovo strato di intonaco bianco e si dipingeva qualcos’altro sopra. Il vecchio affresco non veniva quindi cancellato, ma semplicemente “rimaneva sotto” al nuovo strato.
Oggi questa pratica può sembrarci strana, invece era la norma. Per questo motivo, quando si fanno restauri edilizi a immobili di rilevanza storica, la soprintendenza spesso richiede che venga eseguita un’indagine stratigrafica prima di dare l’assenso ai lavori. Capita di frequente che dietro a pareti bianche si nasconda un antico affresco o una decorazione.
La pratica di coprire delle parti non era esclusiva delle pitture murali (affreschi), ma succedeva anche per le statue e nei quadri (le famose ridipinture di cui abbiamo parlato in questo articolo).
Come si fa un’Indagine Stratigrafica?
Solo un restauratore qualificato può fare un’indagine stratigrafica. Agendo su un bene artistico, infatti, è necessario chiedere l’autorizzazione alla soprintendenza dei beni culturali.
Il restauratore sceglie alcune parti del muro su cui vuole indagare e inizia a “scavare” i vari strati di pittura e intonaco per scoprire quello che c’è sotto. Abbiamo usato il plurale perché spesso gli strati sono molteplici e più l’edificio è antico e più è probabile che ci siano più strati nascosti. Non è raro che sotto una parete bianca ci siano anche due o più vecchi affreschi coperti.
Può esservi capitato di vedere il risultato di un’analisi stratigrafica entrando in un edificio storico. Un esempio nell’immagine qua sopra.
L’indagine stratigrafica è un lavoro molto complesso. Un lavoro di fino che richiede un’assoluta precisione. Alcuni strati, infatti, sono spessi, mentre altri sono sottilissimi (come la parte dipinta di un affresco nascosto) ed è necessario procedere con cautela. Senza considerare che è necessaria una manualità e conoscenza del mestiere assoluta.
Cosa fare se si scopre che c’è un affresco nascosto?
Quando si scopre un affresco nascosto è necessario prima di tutto avvisare la soprintendenza. Insieme alla soprintendenza dovrete decidere come procedere. Riportare un vecchio affresco alla luce o lasciarlo coperto? In certi casi il dilemma è ancora maggiore. Se si dovessero scoprire due affreschi “coperti”, quale dei due riportare alla luce?
Il proprietario dell’immobile è responsabile di una parte della decisione, in quanto è lui che mette i fondi per i lavori. Dall’altro lato, però, non può fare quello che vuole. L’ultima parola sul lavoro da fare, infatti, spetta alla soprintendenza.
In linea generale, se una parete è bianca, senza nessun valore di tipo artistico e si scopre che sotto c’è un affresco la soprintendenza darà sempre il consenso a riportare alla luce l’affresco se il proprietario è favorevole. Se invece, sotto una parete affrescata (già di buona qualità) si scopre un affresco più antico, si valuta caso per caso cosa fare. L’approccio che va per la maggiore è quello di conservare l’opera più recente.
Ricordiamo che riportare alla luce un affresco più antico significa distruggere irrimediabilmente quello più recente. E la scuola di pensiero attuale nel restauro è contraria alla distruzione di qualsiasi tipo di opera artistica, anche se fatto con buone ragioni (come il riportare alla luce un affresco di qualità presunta superiore). In conclusione, non c’è un approccio standard, ma dipende da caso in caso.
Redazione, Restauro24